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Lucilla TomassiMaggio 27, 2025 4 min di lettura

Sfatiamo i miti sulla programmazione che ti fanno solo perdere tempo

Dev Life
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Nel mondo della programmazione, ci sono miti che circolano da anni e che, se seguiti alla lettera, possono farti perdere tempo e ostacolare la tua crescita come developer. Questi miti sulla programmazione riguardano tutto, dalla scrittura del codice all’uso delle tecnologie, passando per la gestione degli errori.

La verità è che alcuni di questi miti sulla programmazione sono radicati nella mentalità di molti sviluppatori, sia principianti che senior. Ma non preoccuparti: oggi sfateremo questi miti, e ti spiegheremo perché ignorare queste credenze ti farà diventare un developer più efficiente e capace.

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1. “I bravi dev non usano MAI l’AI”

Questo mito è uno dei più diffusi e si basa sull’idea che, se sei un vero esperto di programmazione, non dovresti mai usare strumenti basati sull’intelligenza artificiale, che possano automatizzare parte del lavoro per te.

Beh, la realtà è che l’AI è uno strumento potente che può migliorare il flusso di lavoro, automatizzare task ripetitivi e persino generare codice di base. Non è una scorciatoia per evitare di imparare, ma piuttosto un alleato che ti permette di concentrarti su attività più complesse e creative. Ignorare l’AI ti fa perdere tempo che puoi dedicare a risolvere problemi reali.

2. “Un linguaggio di programmazione è sempre più adatto di un altro”

Molti principianti (e anche dev senior che non sono aggiornati) pensano che esista un linguaggio migliore per ogni tipo di progetto. Ad esempio, chi scrive in Python spesso pensa che Python sia la scelta giusta per tutto. La realtà è che ogni linguaggio ha le sue forze e debolezze a seconda del problema che stai cercando di risolvere.

Python è eccellente per prototipi rapidi, ma se stai lavorando su applicazioni che richiedono prestazioni elevate, un linguaggio come C++ potrebbe essere una scelta migliore. Un vero sviluppatore deve conoscere più linguaggi e sapere scegliere quello giusto per ogni occasione, invece di credere che ce ne sia uno “universale”.

3. “I framework risolvono tutto, quindi non c’è bisogno di capire come funziona il codice sotto”

Un altro mito che si sente spesso è che i framework risolvano tutto e che non sia necessario capire cosa c’è dietro. Usare un framework come Django o React è fantastico per velocizzare lo sviluppo, ma se non capisci come funzionano al di sotto del cofano, potresti trovarti in difficoltà quando si presentano problemi complessi.

Imparare come i framework interagiscono con il sistema e quali sono i loro limiti ti permetterà di sfruttarli al massimo e risolvere problematiche più avanzate. Non lasciarti ingannare dal fatto che un framework “magico” faccia tutto senza sforzo!

4. “Scrivere codice senza bug è possibile alla prima stesura se fai attenzione”

Questo è un mito che affligge sia i principianti che i developer senior. Molti pensano che, facendo attenzione, possano scrivere codice perfetto al primo tentativo. La realtà è che i bug sono inevitabili. Ogni volta che scrivi del codice, c’è una buona probabilità che qualcosa vada storto.

Non si tratta di fare attenzione, ma di accettare che scrivere codice privo di bug al primo colpo è un’utopia. La vera competenza sta nel saper testare, debug e iterare velocemente, correggendo gli errori man mano che emergono.

5. “Più righe di codice significa più funzionalità”

Quante volte hai sentito dire che se il codice è lungo, significa che offre più funzionalità? Questo è un altro mito che può essere dannoso. Scrivere codice più lungo non significa necessariamente migliore o più funzionale. Anzi, spesso più codice significa maggiore complessità e difficoltà nel mantenimento.

Il vero obiettivo di ogni buon developer è scrivere codice che sia conciso, chiaro e manutenibile. A volte, un codice più corto e ottimizzato fa più di 1000 righe di codice mal strutturato.

6. “Imparare nuove tecnologie o strumenti ti rende subito un programmatore migliore”

Un altro mito che affligge sia i principianti che i senior è che imparare nuovi strumenti o tecnologie ti renda automaticamente un miglior programmatore. Sebbene l’apprendimento di nuove tecnologie sia importante, non basta a renderti più competente. La vera crescita professionale avviene quando si padroneggiano i fondamenti.

Se non conosci bene Python, ad esempio, non importa quante nuove librerie o framework imparerai, il tuo codice rimarrà comunque poco solido. È fondamentale consolidare le basi e imparare come applicarle correttamente.

7. “Il perfezionismo è sempre un segno di competenza”

Molti sviluppatori pensano che essere perfezionisti sia un segno di competenza. In realtà, il perfezionismo è spesso controproducente. L’idea che il codice debba essere perfetto al primo colpo porta a procrastinare e a lavorare su dettagli insignificanti quando, invece, bisognerebbe concentrarsi su soluzioni funzionali e pragmatiche.

La vera competenza sta nel riuscire a scrivere codice che funzioni bene, testarlo e migliorarlo tramite iterazioni rapide. Piuttosto che cercare la perfezione, punta a risolvere il problema in modo efficace e veloce.

Conclusione

I miti sulla programmazione sono facili da seguire, ma possono frenare la tua crescita come sviluppatore. Sia che tu sia un principiante o un developer senior, è importante non farsi influenzare da queste credenze. L’uso dell’AI, la comprensione dei framework, l’approccio al debugging e alla scrittura del codice, e la ricerca della qualità invece che della perfezione sono le vere chiavi per migliorare come developer.

Ricorda che conoscere i miti e evitarli ti renderà più efficace e competente, aiutandoti a crescere in modo più rapido e sostenibile. Non lasciarti ingannare da false convinzioni: la programmazione è un’arte che richiede flessibilità, sperimentazione e miglioramento continuo.

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Tagged as:carriere tech dev senior Framework sviluppo software

Lucilla Tomassi
Nonostante la formazione puramente umanistica, mi diverte e incuriosisce scrivere e seguire gli ultimi trend tech, intervistare personaggi di spicco di questo mondo e cimentarmi nelle biografie dei grandi personaggi (specialmente donne) che hanno contribuito all'avanzamento tecnologico del nostro presente.
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