
Flutter è un framework open-source per lo sviluppo di applicazioni multipiattaforma, creato da Google. Lanciato nel 2017, Flutter ha rapidamente conquistato milioni di sviluppatori grazie alla sua capacità di costruire interfacce utente native per iOS, Android, web, desktop e perfino dispositivi embedded.
La forza di Flutter risiede nel suo linguaggio di programmazione, Dart, e nell’approccio “write once, run anywhere”. Gli sviluppatori possono così creare un’unica base di codice e distribuirla su molteplici piattaforme, risparmiando tempo e risorse.
Questa versatilità ha reso Flutter estremamente popolare nell’ultimo decennio, con la comunità che è cresciuta a dismisura. “C’è un’ipotesi che ci siano circa 1 milione di sviluppatori Flutter nel mondo oggi”, spiega Matt Carroll, uno degli sviluppatori dietro la fork Flock, in questa pubblicazione su flutterfoundation.dev.
Tuttavia, il team di Flutter presso Google non è riuscito a tenere il passo con questa crescita esponenziale. “Ogni membro del team di Flutter è responsabile dei bisogni di 20.000 sviluppatori Flutter! Questo rapporto è chiaramente insostenibile“, afferma Carroll.
I ritardi nell’implementazione di fix e nuove funzionalità, uniti alla depriorizzazione delle piattaforme desktop, hanno spinto gli esperti della comunità Flutter a creare una fork indipendente, chiamata Flock. L’obiettivo è reclutare più revisori e leader per accelerare lo sviluppo e mantenere Flutter all’avanguardia.
Cos’è una fork nell’open source?
Nel mondo dello sviluppo open source, dove il codice è liberamente accessibile e modificabile, il termine “fork” indica un processo fondamentale per l’evoluzione dei progetti software. Quando gli sviluppatori lavorano su un progetto, utilizzano sistemi di controllo versione come Git che permettono di gestire le modifiche su diversi “rami” (branches), proteggendo così il codice principale da potenziali problemi durante lo sviluppo di nuove funzionalità.
Una fork consiste nel prendere un ramo del progetto originale e trasformarlo nel punto di partenza di un nuovo progetto indipendente, mantenendo però un collegamento con il repository di origine. Questo approccio offre due vantaggi principali: permette di sviluppare liberamente nuove funzionalità senza vincoli organizzativi e, successivamente, consente di proporre l’integrazione delle modifiche nel progetto originale attraverso quello che in gergo si chiama “pull request”.
Nel caso di Flock, questa strategia permetterà alla comunità di sviluppatori di accelerare l’implementazione di nuove funzionalità e correzioni, mantenendo al contempo la compatibilità con Flutter e la possibilità di contribuire al progetto originale di Google.
“Flock rimarrà costantemente aggiornata con Flutter. Flock aggiungerà importanti bug fix e funzionalità popolari che il team di Flutter non è in grado o non vuole implementare“, spiega Carroll.
Gli sviluppatori interessati possono già iniziare a testare Flock e contribuire come revisori o leader di progetti specifici. L’idea è di far evolvere Flutter in una toolbox UI universale grazie al supporto della comunità.