Clicca nel player sotto per ascoltare l’intervista completa con Emanuele Bartolesi. Non perderla!
Una breve introduzione su di te: chi è Emanuele Bartolesi?
Sono un Microsoft 365 architect e, da cinque anni a questa parte, realizzo solo prodotti utilizzando Azure Microsoft 365. Il mio linguaggio di riferimento nell’ultimo periodo è Blazor, ma utilizzo anche React e TypeScript per la parte di 365.
Ok, credo che conosciamo l’Emanuele professionista, ma raccontaci qualcosa in più di te e della tua vita.
Sono padre da tre anni ormai, tra poco è il compleanno di mio figlio. Faccio abbastanza sport direi. Mi piace soprattutto dedicarmi al triathlon, anche se sono scarso. Mi impegno ad allenarmi, diciamo così, in realtà finisco per farmi le foto e fare il figo su Instagram. Questo è quello che faccio quando non sono al computer, per il resto non rimane molto altro tempo…
Qual è la tecnologia o il linguaggio che potrà avere un grande impatto quest’anno?
Allora, il primo che mi viene in mente è Blazor, ma so benissimo che non farà un grande salto. Però sta prendendo piede, e ho visto che iniziano a spuntare anche delle job description col suo nome. Ho notato che è tornato un po’ in auge anche React rispetto a prima. Aveva avuto un calo fisiologico, non lo so. Io lavoro in Svizzera e qui va molto Angular perché nelle banche, e soprattutto nelle assicurazioni, il frontend è fatto, forse nel 99% dei casi, con Angular, mentre il backend con Java. Penso che Angular rimarrà ovviamente sempre lì perché è un bel framework, anche se React lo vedo in ripresa. Ovviamente c’è anche TypeScript, la base per scrivere con React e Angular.
Parliamo di linguaggi e framework: quali stai utilizzando principalmente e perché?
Principalmente sto utilizzando molto Blazor per i miei prodotti, quindi .NET come framework (Core, 7, 6) e C#, ovviamente come linguaggio di riferimento. Sto realizzando dei prodotti con questi strumenti; li utilizzo anche con una startup che ho come Side Project. Come dicevo prima, lavoro spesso anche con React e TypeScript perché tutta la parte di frontend delle applicazioni per Teams o per SharePoint sono fatte con React e TypeScript, però fondamentalmente il SharePoint framework è basato su React e TypeScript e quindi utilizzo anche loro.
Onestamente mi sono sempre trovato bene sia con React che con TypeScript. Soprattutto TypeScript è molto vicino a quello che già facevo prima. Conoscendo le basi di C#, il passaggio da TypeScript è stato solamente meno indolore per me rispetto ad altre persone che arrivavano invece da JavaScript e che hanno avuto più difficoltà con interfacce, classi e cose del genere.
Quali abitudini lavorative hai cambiato a causa della pandemia?
Fondamentalmente a me è cambiato poco perché lavoravo già da remoto, ma sono cambiate le abitudini delle persone che abitano con me, quindi non sono più solo come prima. Tutti pensano che sia un sogno lavorare da casa. Sì, è una bella cosa, ma non è tutto rose e fiori perché richiede una forte concentrazione e perché Netflix e la Switch sono a portata di mano rispetto all’ufficio.
Come dicevo prima, con la pandemia a me è cambiato poco, anzi adesso devo andare una volta al mese in ufficio per farmi vedere e mostrare i miei cappellini nuovi e cose del genere… Già mi pesa quello, pensate se dovessi tornare in ufficio tutti i giorni!
Quali consigli daresti oggi a un junior per inserirsi o crescere in un nuovo tech team?
Consiglierei di concentrarsi sulle basi che non vengono più studiate. Per esempio quelle di JavaScript. Non dico tutto .Net e tutto C#, perché non è così frequente, ma le basi proprio di JavaScript.
Magari adesso hai iniziato a lavorare da un anno e mezzo o due, quindi sei ancora junior, e hai iniziato direttamente con React TypeScript, no? Inevitabilmente alcune cose le dai molto per scontate e non sai come funzionano alcuni internal. È importante anche per capire alcune dinamiche. Per esempio quando fai una chiamata a una REST API non capisci cosa vuol dire quella chiamata HTTP 200. Alcune cose puoi risolverle meglio se conosci le basi perché riesci a individuare davvero dov’è il problema.
Parliamo di soft skill: quali sono quelle che secondo te è utile iniziare a sviluppare da subito, per crescere come junior ma anche come senior, in un team?
Penso che si debba iniziare a sviluppare le soft skill da junior, ma continuare anche se sei senior, perché sono importanti e non vanno mai abbandonate. Anzi, forse è meglio iniziare a svilupparle quando sei senior, ora spiego quello che intendo.
In primo luogo credo che non siano da sottovalutare le skill comunicative a livello di team. Prima si parlava del lavoro da remoto, dove le skill comunicative sono molto importanti secondo me perché da dietro la webcam è più difficile far trasparire le cose, trasmettere l’empatia o dimostrare quello che pensi veramente. Magari dici una frase, una battuta, ma l’altra persona non vedendoti, o non sentendo bene il tono in cui la dici, può fraintendere.
Un’altra cosa molto importante per me è il time management. Spesso manca anche ai senior, e anche io sto ancora imparando, ma è una cosa che non finisci mai di acquisire. Il time management vuol dire soprattutto saper dare priorità alle cose. Uno magari si impunta sulla virgola di una regolare expression quando in realtà non gliene frega niente a nessuno e dovrebbe fare altro.
L’ultima è la parte di public speaking. Quando si parla di public speaking uno pensa che sia sempre una roba del tipo “vuoi fare lo speaker, vuoi andare all’evento”. In realtà non è solo quello, vuol dire anche fare una demo a un cliente, che spesso è il tuo stesso pubblico. Io ho visto la differenza nel mio caso: non sono un super speaker, ma sono tanti anni che lo faccio, e quando realizzo le demo io tengo molto più sul pezzo i clienti rispetto ai miei colleghi che non sono abituati a parlare in pubblico. Mi sono accorto che loro arrivano diritti al punto con tre parole mentre io ci metto insieme una frase o più frasi da un minuto.
Quindi il public speaking non significa solo parlare con i clienti ma anche durante una riunione. Quando devi mostrare qualcosa ai tuoi colleghi è importante che tu sappia parlare in pubblico, anche se non vuoi fare lo speaker “da grande”. È giusto sapere parlare in pubblico, soprattutto per le demo interne o per fare insieme delle code review. Semplicemente davanti a un po’ di persone in una call, visto che appunto si parlava anche se fai da remoto. È bene sapere un minimo parlare e argomentare. Queste per me sono le tre cose che servono di più a oggi.