Il rapporto tra CTO e top management è un tema che spesso suscita dibattito. Se nel primo episodio ci siamo concentrati sulla definizione stessa della figura di CTO, oggi vorremmo scendere più in profondità per esaminare come ogni CTO si integra – o a volte scontra – con le altre posizioni C-Level nel panorama aziendale.
Enrico ed io abbiamo osservato diverse dinamiche, a volte armoniose, a volte discordanti, nel modo in cui la tecnologia e il business interagiscono all’interno delle organizzazioni.
Affrontare il ruolo di CTO nel panorama aziendale attuale significa tuffarsi in una dinamica ricca di sfaccettature. Nelle startup che hanno superato la fase iniziale e si stanno espandendo o in aziende più strutturate, il top management si articola in diverse figure chiave: da quello di CEO a CFO, passando per CMO. Queste figure sono spesso caratterizzate da un’educazione e un linguaggio economico-finanziario. Al contrario e il più delle volte, ogni CTO, forte di un percorso radicato nella tecnologia, porta con sé un background e un approccio diverso. Questa diversità può talvolta tradursi in sfide e difficoltà comunicative.
Quindi, come può la figura di CTO costruire ponti, comunicare efficacemente e lavorare in sinergia con il top management? E quali sono le sfide che emergono quando le visioni tecnologiche e aziendali divergono? Questi sono solo alcuni dei temi che andremo ad affrontare in questo articolo e che abbiamo affrontato con Alexio Cassani nel secondo episodio di Wannabe CTO.
Linguaggi Divergenti, Obiettivi Comuni: L’Arte della Comunicazione Tecnica al Tavolo che conta
In un’era dominata dalla tecnologia e dalla digitalizzazione, il ruolo di CTO è diventato cruciale all’interno delle aziende. Tuttavia, nonostante l’importanza strategica della funzione, vi è ancora un gap linguistico e di comprensione tra il CTO e il top management.
Attraverso una conversazione illuminante con Alexio Cassani, abbiamo identificato alcuni punti focali della comunicazione:
- La Convergenza dei linguaggi e della conoscenza: Mentre ogni CTO potrebbe parlare di API, Cloud e Cyber Security, il top management si esprime attraverso termini come EBITDA, OPEX e ROI. Ma più che la semplice terminologia, è la comprensione profonda dei concetti sottostanti che conta veramente. Il vero obiettivo è costruire un ponte di comprensione: la persona con il ruolo di CTO deve comprendere e valutare le sfide e le opportunità del business, mentre il top management dovrebbe afferrare le implicazioni e i vantaggi dei progressi tecnologici. In questo reciproco avvicinamento le parti possono ridurre così le possibilità di malintesi e incomprensioni.
- L’Equilibrio tra Semplificazione e Comprensione: Citando Enrico, “semplificare eccessivamente non è buono. Semplificare, astrarre determinati concetti sì, ma toglierli assolutamente no”. La sfida è trovare un punto di mezzo: presentare concetti in un modo accessibile senza sacrificare la loro sostanza. Così facendo, il dialogo al tavolo aziendale diventa più profondo e produttivo.
- Il Tech Come Terza Parte: In passato, il reparto tecnico veniva spesso percepito come una sorta di entità esterna all’azienda. Questa separazione metaforica ha impedito un’efficace collaborazione e ha creato barriere nella comunicazione. Il tech non dovrebbe essere un’entità a cui vengono semplicemente consegnate direttive, ma piuttosto una parte integrante nella definizione di strategie e obiettivi.
- Strutturazione Aziendale e Coinvolgimento dei Team: In molte aziende, la divisione fisica e gerarchica tra i reparti manageriali e quelli tecnici ha creato una percezione sbagliata: una dicotomia tra il “piano di sopra” (ovvero, le alte sfere decisionali e manageriali) e il “piano di sotto” (tipicamente associato alle funzioni tecniche). Questa divisione ha spesso influenzato la dinamica della comunicazione e la percezione del valore dei contributi di ciascun team. In un interessante spunto preso da “Team Topologies” di Skelton e Pais, una compagnia tecnologica decide di riscrivere le regole, rompendo queste barriere. Se immaginiamo un’organizzazione dove, in passato, manager e dev raramente si incontravano, ora vediamo un cambio di paradigma. Con l’adozione degli “Stream-aligned teams”, la collaborazione diventa la norma. Pensate a un team che, anziché essere puramente tecnico o manageriale, diventa un mix di competenze, dove un responsabile marketing, un developer e un rappresentante manageriale lavorano gomito a gomito dal concepimento del prodotto al suo rilascio. La comunicazione, in questo contesto, diventa più fluida, naturale.
- Tutti Parte della Stessa Squadra: Come evidenziato nella discussione con Alexio, tutti, indipendentemente dal reparto o dalla specializzazione, dovrebbero sentirsi parte di un unico team, lavorando insieme verso un obiettivo comune. Questa unità è fondamentale per garantire una comunicazione fluida e un’efficace collaborazione.
Quindi riflettendo su quanto detto, ci si potrebbe chiedere: è davvero necessario mantenere queste divisioni tradizionali? O potremmo, come suggerisce l’aneddoto, rivedere le nostre strutture, rendendole più adatte a una comunicazione integrata e produttiva? E, infine, come potremmo riqualificare il “piano di sopra” e il “piano di sotto” non come entità separate, ma come parti di un tutto coeso che condivide obiettivi e visioni? Ricordiamoci che alla fine siamo sulla stessa barca!
Quindi sembra che la chiave del successo risiede nella capacità di entrambe le parti di imparare, adattarsi e collaborare. Se da un lato la comprensione delle tematiche tecnologiche è fondamentale per il top management, dall’altro ogni CTO deve cercare di comprendere e anticipare le esigenze del management per trovare un punto di incontro. Questa convergenza permette una comunicazione efficace e, soprattutto, l’ottenimento di obiettivi comuni. Ma, come Schwartz sottolinea, è proprio questa diversità di background che può diventare una forza. La capacità di tradurre il “linguaggio tecnico” in termini di valore aziendale è un’abilità inestimabile.
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Interfacciarsi con il Top Management e la Politica del Board: Bonus Tips
Se riuscirai a sederti al tavolo, preparati su ogni aspetto di ciò che si sta presentando. Come sottolinea Alexio: “Quando ci si siede a quel tavolo bisogna essere sempre pronti all’eventualità, perché effettivamente quello che dici è importante.” Ciò che comunichiamo in tali circostanze non solo svela la nostra competenza, ma trasmette anche una sensazione di sicurezza e affidabilità a chi ci ascolta.
Uno degli aspetti chiave menzionati da Alexio riguarda l’importanza dell’allineamento tra colleghi: “Non essere allineati è spesso un segno di debolezza, malvisto da chi fa parte della discussione.”, soprattutto dagli investitori. È fondamentale che ci sia coerenza tra le dichiarazioni di tutti i membri del team. L’allineamento rappresenta una comunicazione efficace e una visione condivisa all’interno dell’organizzazione. Al contrario, il disallineamento può indicare problemi nella comunicazione o, in casi più gravi, tensioni interne all’azienda.
In ambienti in cui le cose possono cambiare in un attimo, come nei board o nel top management, l’adattabilità è la chiave. Alexio evidenzia l’importanza dell’adattabilità affermando: “devi avere un’ottima abilità nell’adattare la tua conversazione rispetto a quello che stanno dicendo”, se quello che viene detto da un altro C-level non ti torna, evidentemente ti manca qualche pezzo. Questo suggerisce l’importanza di capire quando privilegiare la trasparenza e l‘onestà e quando adottare un approccio più diplomatico e strategico.
E, mentre è cruciale saper comunicare concetti complessi, è altrettanto importante saperlo fare in modo accattivante. Per citare un altro pensiero di Alexio: “Se ti siedi a quel tavolo e parli di metaverso, ti ascolta chiunque. Se però ti siedi e parli di DevOps subito qualcuno ti chiederà: ma il metaverso dov’è finito?” La capacità di presentare informazioni in modo conciso e interessante può fare la differenza tra catturare l’attenzione o essere trascurati.
Concludendo, affrontare il Top Management o il Board richiede più di semplici competenze tecniche o conoscenza del settore. Si tratta di saper navigare in acque complesse, dove ogni parola conta e dove la percezione può avere un impatto tanto quanto la realtà; questi sono solo alcuni consigli che possono fare la differenza tra una semplice presenza al tavolo e diventare una voce influente e rispettata all’interno del board.
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