Nella seguente intervista, Francesca Torlasco, Chief Technology Officer di Selecta, ha trattato temi fondamentali sul ruolo del CTO e sul suo sviluppo nei prossimi anni. Interessante è anche la sua riflessione sullo sviluppo futuro del mondo della programmazione e della tecnologia connessa all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che secondo lei porterà ad avere dei dev più ingegneri e meno dediti soltanto allo sviluppo di codice.
Racconta l’azienda in cui lavori e prova a elencare le principali sfide che ti trovi ad affrontare in quanto Head of IT di Selecta.
Selecta Italia fa parte del gruppo Selecta, un’azienda svizzera operante nel settore del food tech. Il nostro focus principale è sull’innovazione tecnologica, il che ci differenzia dal tradizionale settore del vending. Operiamo in sedici paesi, servendo più di dieci milioni di persone ogni giorno.
Le sfide che ho affrontato in Selecta da quando sono qui, circa un anno e mezzo, sono strettamente legate all’innovazione tecnologica. Durante la pandemia di COVID-19, l’azienda ha affrontato un significativo calo di fatturato, il che ci ha spinto a rivedere integralmente il nostro modello di business. Questo ha accelerato il processo di trasformazione tecnologica, che è ancora in corso.
Non tutti i paesi in cui opera Selecta sono allo stesso livello di innovazione tecnologica, ma stiamo lavorando su una roadmap ambiziosa per portare tutti i paesi a un livello paritario. In Italia, in particolare, stiamo impegnandoci da oltre un anno nell’implementazione di strumenti (come la telemetria, ad esempioper migliorare la gestione delle nostre circa cinquantamila macchine distribuite in tutto il territorio italiano. Questo è fondamentale per migliorare il lavoro dei nostri operatori, che si occupano della manutenzione e della pulizia delle macchine, nonché per garantire un’esperienza migliore ai nostri clienti.
La sfida principale che vedo è quella di innovare e di cambiare la cultura aziendale verso il food tech, migliorando l’esperienza dei clienti attraverso soluzioni tecnologiche avanzate. Vogliamo coinvolgere i clienti in questa trasformazione, rendendo la loro esperienza il più tecnologica e fluida possibile.
Come evolverà la figura del del CTO nei prossimi anni?
Il ruolo del Chief Technology Officer (CTO) è in continua evoluzione rispetto a dieci o quindici anni fa, periodo in cui lavoro da oltre vent’anni. Ho osservato come questa figura si sia sviluppata nel contesto dell’Information Technology (IT) e della tecnologia. Questa evoluzione è già in corso e continuerà.
Lavoro nell’Information Technology IT da oltre venti anni e trovo che il ruolo del Chief Technology Officer (CTO) sia da una parte sempre più cruciale e dall’altra sia in continua trasformazione rispetto a dieci o quindici anni fa.
Oggi il CTO non è più semplicemente un figura che supporta l’area tecnologica, ma è un partner strategico di tutti i dipartimenti aziendali. La trasformazione e l’innovazione devono essere allineate con la strategia aziendale e il CTO gioca un ruolo fondamentale in questa sinergia. In Selecta ci incontriamo regolarmente con i direttori di funzione per discutere le iniziative di business, le aree di miglioramento e come la Funzione IT può supportare o addirittura guidare il cambiamento. e la trasformazione tecnologica. La Funzione ‘IT non è più un semplice supporto, ma un facilitatore, un enabler fondamentale della trasformazione aziendale.
La collaborazione fra IT e specifiche funzioni ci consente di creare una strada più sostenibile ed efficace per l’azienda, poiché le decisioni sono prese in condivisione e pensate in modo completo. Inoltre la tecnologia e i processi aziendali sono strettamente interconnessi. Rivisitiamo molti processi in Selecta per allineare applicativi. In alcuni casi è la tecnologia a guidare, in altri il processo definisce il supporto tecnologico necessario. Oltre alla competenza tecnologica, il CTO deve avere una solida comprensione dei processi aziendali, della loro revisione e digitalizzazione. Questo lavoro richiede una forte collaborazione con le altre funzioni aziendali.
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Secondo te come evolverà il mondo della programmazione e della tecnologia nei prossimi anni?
Le nuove tecnologie, come l’AI, proprio come qualsiasi cosa nuova, possono far sorgere dubbi e timori, soprattutto per la paura del cambiamento stesso. A mio parere questi timori sono eccessivi, se visti dal punto di vista di uno sviluppatore.
Strumenti come i generatori di codice o i software di assistenza, ad esempio utilizzati nell’esecuzione delle routine di test.
Specialmente quando si tratta di scrivere codice su piattaforme complesse o sensibili, questi strumenti sono come gli assistenti personali che si prendono cura delle parti di codice meno cruciali o delle routine di test. Tutto questo rende il lavoro più scorrevole e preciso. Ma è fondamentale tenere a mente che il codice generato da questi strumenti deve comunque passare sotto gli occhi di uno sviluppatore navigato. Quindi adesso con l’AI è necessario avere sviluppatori con abilità più avanzate.
Quindi gli sviluppatori in futuro dovranno essere meno programmatori e più ingegneri?
Quindi, in futuro, gli sviluppatori dovrebbero essere più ingegneri che programmatori?
Assolutamente si, penso che sia una considerazione sensata. Ma non possiamo darla come regola generale per tutti i casi. Dipende dal contesto e dal tipo di codice che si sta sviluppando. Le nuove tecnologie portano sempre a un cambio e richiedono una comprensione adeguata.
È chiaro che per cavalcare l’onda del cambiamento, chi le manovra deve avere le competenze giuste. Le persone coinvolte devono essere all’altezza, evolvendo le proprie abilità di pari passo con la tecnologia. Non si può sfruttare una tecnologia avanzata se chi la sta gestendo non ha le competenze necessarie per capirla e dominarla.
Ecco perché vedo una trasformazione nel ruolo degli sviluppatori, che stanno appunto andando verso competenze più avanzate. È la strada giusta per affrontare le sfide e cogliere tutte le opportunità che la tecnologia ci offre.
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Puoi suggerire un libro o anche più di un libro che ti ha aiutato nel tuo essere CTO e che puoi consigliare ad altri CTO a aspiranti tali?
Ho riflettuto sulla tua domanda riguardo a un libro da consigliare, ma sinceramente non ho un libro specifico che mi sentirei di raccomandare. Quello che invece ritengo importante è investire nella formazione. Personalmente, ho partecipato a diversi programmi formativi, sia presso l’Università Bocconi che su altre piattaforme e queste esperienze mi hanno arricchito notevolmente.
I corsi di formazione manageriale offrono molte opportunità di crescita, poiché consentono di confrontarsi con colleghi provenienti da diverse realtà aziendali. Inoltre ho avuto la possibilità di lavorare su progetti impegnativi con persone altamente competenti, il che ha avuto un impatto significativo sia sul mio sviluppo tecnico che personale.
Quindi, al di là di un libro specifico, ritengo che investire in formazione sia un passo importante. Capisco che possa essere difficile trovare il tempo per la formazione quando si è impegnati nel lavoro, ma ci sono soluzioni come corsi online o sessioni formative nei weekend che consentono di acquisire conoscenze senza la necessità di un master full-time. L’importante è non smettere mai di imparare e di investire in se stessi, anche se lo si fa una volta all’anno. La crescita personale e professionale è un percorso continuo che porta sempre benefici.
CTO si nasce o si diventa?
Questa è una bella domanda. Parlo dalla mia esperienza, ovviamente. Non sono nata con l’obiettivo di diventare una CTO,è stato un percorso che si è sviluppato un po’ per caso.
Dopo aver conseguito la laurea in economia, ho fatto il mio ingresso nel mondo della tecnologia, spinta principalmente dalla curiosità. È stata un’esperienza completamente nuova per me, un universo sconosciuto. Questo mi ha introdotto al vasto panorama dell’IT, facendomi capire che non si tratta solo di computer, reti, stampanti, sistemi e database, bensì di un mondo strettamente interconnesso con il business, le applicazioni e con aspetti incredibilmente affascinanti.
Ho lavorato per molti anni nel campo IT, prima come analista, poi come project manager. In questi ruoli, mi sono interfacciata con diverse funzioni aziendali, e vedere il mio lavoro tradursi in concreti miglioramenti è stato estremamente soddisfacente. Questo mi ha spinto a rimanere nel mondo dell’IT, nonostante il mio background non tecnico. Ho capito che mi piaceva molto di più la parte gestionale rispetto a quella tecnica.
Il mio percorso ha attraversato diverse fasi, partendo da application manager fino a diventare application manager generale, e infine arrivando al mio attuale ruolo più ampio e completo. Nonostante la mancanza di un background tecnico, ho scoperto che, con una squadra tecnica competente e la mia esperienza, posso affrontare le sfide in modo efficace.
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Qual è la differenza tra un dev e un CTO?
Credo che la distinzione principale risieda nella competenza gestionale. Il ruolo del CTO richiede, oltre alla competenza tecnica, la capacità di gestire progetti, il coordinamento di un team, la gestione delle relazioni con fornitori e con i Process Owners interni, tra cui l’MD. Ciò potrebbe voler dire trovarsi a dover gestire situazioni conflittuali o problematiche per la riuscita del progetto stesso, la cui risoluzione necessita una comunicazione con diversi attori, come clienti interni, colleghi e fornitori si tratta di un set di molteplici soft skills, che spesso comportano, oltretutto, anche uno sforzo mentale considerevole.
Ho vissuto un’esperienza in cui ho proposto a uno sviluppatore molto capace di assumere responsabilità aggiuntive di coordinamento, ma ha abbandonato presto l’idea, trovandola troppo faticosa. È essenziale capire che il ruolo di CTO implica un’espansione delle attività svolte, spesso dedicando più del 60% del tempo alla gestione anziché al lavoro tecnico.
Come ti tieni aggiornata sulle nuove tecnologie?
Leggere è sicuramente un modo importante per rimanere aggiornati e ci sono molti blog interessanti. Inoltre come Selecta abbiamo una vasta rete di fornitori tecnologici che spesso ci invitano a partecipare a presentazioni e webinar. Partecipiamo a tali eventi quando vediamo che possono essere utili per le nostre esigenze e ai nostri processi di gestione.
Mantengo poi un buon scambio di informazioni con la rete di ex colleghi, amici e altri professionisti che lavorano nel settore. Condividiamo spunti e informazioni tra di noi, il che ci aiuta a rimanere aggiornati. Durante l’anno, infine, cerco di ritagliarmi dei momenti per la formazione più classica fatta di corsi di aggiornamento e simili.
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